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Principali patologie trattate


Dott.ssa Benedetta D'Angelis

 

PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA
COGNITIVO COMPORTAMENTALE

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DISTURBI DELL'UMORE

Chi Sono

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Depressione Maggiore

La della Depressione Maggiore è un disturbo molto diffuso, in Italia la sua prevalenza è pari al 10% e l’età media di insorgenza corrisponde a 25 anni.

Tutti sperimentano momenti di tristezza e di sconforto, specialmente in occasione di un evento particolarmente drammatico, come una perdita o un lutto. La tristezza è un’emozione universale, e quindi assolutamente normale in alcune circostanze. La depressione clinica si distingue da un normale abbassamento del tono dell’umore per la sua persistenza e per la presenza di particolari sintomi. Chi ne soffre ha un umore depresso per tutta la giornata per più giorni di seguito, e non riesce più a provare interesse e piacere nelle attività che prima lo interessavano e lo facevano stare bene. Si sente triste e irritabile, stanco, ha pensieri negativi, e spesso sente la vita come dolorosa e senza senso. All’umore depresso, e alla perdita di interesse in qualsiasi attività, si associano altri sintomi specifici:

• aumento o diminuzione significative dell’appetito e quindi del peso corporeo;

• disturbi del sonno;

• rallentamento o agitazione;

• mancanza di energie, affaticamento, stanchezza;

• senso di colpa, pensieri di fallimento e di autosvalutazione;

• difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni;

• pensieri di morte o di suicidio.

È importante sottolineare però che anche chi non corrisponde perfettamente alla descrizione dell’episodio depressivo maggiore può presentare una sofferenza ed una compromissione della qualità della vita che devono essere affrontate correttamente. La depressione richiede un intervento psicoterapeutico adeguato. È inutile spronare chi è depresso a reagire e a “farcela da solo” (il fallimento aumenterà il suo senso di colpa e di autosvalutazione), sarebbe più opportuno aiutare la persona depressa ad intraprendere un percorso di cura fatto di un’adeguata psicoterapia ed un’eventuale terapia farmacologica.

La Terapia Cognitivo-Comportamentale, in particolare risulta efficace sia nel ridurre i sintomi depressivi, sia nel mantenere nel tempo i risultati. La depressione è un disturbo ricorrente e si possono presentare diversi episodi nell’arco della vita. I farmaci intervengono efficacemente sui sintomi acuti, ma da soli non sono in grado di modificare le cause che innescano la depressione, e, una volta interrotti, la sintomatologia può ripresentarsi.

La psicoterapia è quindi particolarmente importante per affrontare il problema ed evitare le recidive. Nella Psicoterapia Cognitiva ad orientamento Costruttivista, in particolare, assume speciale importanza il significato che il sintomo riveste nella storia e nella vita attuale della persona e nei processi di mantenimento dell’identità personale. All’interno della relazione terapeutica il paziente potrà acquisire la consapevolezza dei propri processi emotivi e sperimentare modalità relazionali più flessibili e articolate.

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Distimia

La Distimia presenta il quadro sintomatologico del Disturbo Depressivo, ma in forma più attenuata e comporta una minore compromissione delle relazioni sociali e delle attività lavorative, ma è molto più persistente nel tempo. Si riscontra più frequentemente nella fascia di età che va dai 18 ai 45 anni e spesso sopraggiunge dopo uno o più episodi di depressione maggiore. Per il suo carattere cronico, il riconoscimento del disturbo distimico è spesso difficile e chi ne soffre pensa che il suo malessere sia parte del suo carattere da sempre e che non si possa fare nulla per cambiarlo. In realtà la distimia può essere efficacemente affrontata intraprendendo un adeguato percorso di cura. All’interno della relazione psicoterapeutica sarà possibile esplorare il processo attraverso il quale la persona è arrivata a “costruire” una certa immagine di sé e del mondo, e sperimentare modalità relazionali più articolate e flessibili.

Disturbo Bipolare

L’insorgenza è nella tarda adolescenza o nella prima età adulta, per poi persistere più o meno frequentemente per tutta la vita. È un disordine che può interferire con il lavoro e le relazioni interpersonali in modo rilevante e spesso si traduce in uno stravolgimento della vita quotidiana. Spesso, risulta difficile riconoscere tale disturbo e tende a peggiorare se non trattato adeguatamente. Chi ne soffre può essere al settimo cielo in un momento e alla disperazione in un altro senza alcuna ragione apparente, passando dal paradiso della fase maniacale o ipomaniacale all’inferno della fase depressiva anche molto frequentemente.

Non esiste un’unica causa del disturbo bipolare, anche se è stato dimostrato che i fattori genetici giocano un ruolo importante nella vulnerabilità a sviluppare il disturbo. Altri fattori che possono svolgere un ruolo importante sono gli eventi di vita stressanti, il consumo di sostanze, una bassa qualità di vita, alcuni farmaci, e così via. L’abuso di alcol o droga si associa frequentemente al disturbo bipolare e lo può peggiorare gravemente.

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Durante le fasi maniacali la persona può essere eccessivamente disinibita e presentare comportamenti socialmente inappropriati. Si sente particolarmente euforica e spesso commette azioni impulsive che possono risultare pericolose o dannose per sé stessa o per gli altri, o intraprende azioni avventate. Spesso si presentano sintomi come la forte distraibilità, l’affollarsi dei pensieri, fino ad arrivare a deliri di grandezza o paranoia. Il comportamento diventa disorganizzato e inconcludente: ad esempio non si fa in tempo ad iniziare un’attività, che la si lascia a metà per passare ad altro o si fanno più cose contemporaneamente senza completarne alcuna. Chi è in fase maniacale percepisce una grande energia, tanto da non sentire il bisogno di mangiare né dormire. Spesso i sensi sembrano affinarsi e la percezione diventa più vivida. Anche il desiderio sessuale può aumentare, diventando quasi impellente, con comportamenti impulsivi. In altri casi, invece, la fase maniacale è caratterizzata prevalentemente da umore disforico, con una sensazione di ingiustizia subita e quindi con la presenza di grande irritabilità, rabbiosità e intolleranza. In questa fase possono comparire sensazioni di essere perseguitati e/o controllati che può diventare vera e propria convinzione delirante. 

 

Alle fasi maniacali seguono quelle depressive. L’umore è molto basso, con senso di disperazione e perdita di interesse e di piacere in tutte o quasi le attività. Il sonno e l’appetito possono aumentare o diminuire. Ci si sente senza energie e facilmente affaticati, con una grande difficoltà nel concentrarsi e nel prendere decisioni. Possono essere presenti sentimenti di inadeguatezza, di colpa, di autosvalutazione e pensieri di morte. Anche la fase depressiva comporta gravi compromissioni nel lavoro, nello studio e nelle relazioni.

 

Per il trattamento del disturbo bipolare è necessaria un’adeguata terapia farmacologica, sotto il controllo di uno specialista per la stabilizzazione dell’umore, la riduzione della frequenza e la gravità degli episodi maniacali e depressivi, e la prevenzione delle ricadute future. Le ricerche scientifiche dimostrano che quando il trattamento farmacologico è associato alla Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale si ha una maggiore stabilizzazione dell’umore e una più significativa riduzione delle ricadute. La terapia, infatti, aiuta la persona che soffre di disturbo bipolare, e i suoi familiari, a comprendere il disturbo, il suo funzionamento e l’impatto che può avere sulla vita dell’individuo. Attraverso la terapia è possibile acquisire strumenti utili ad affrontare le fasi maniacali e depressive, imparare a riconoscere precocemente i segnali della ricaduta ed escogitare appropriate strategie che riducano i comportamenti nocivi. La psicoterapia aiuta anche la persona ad essere più costante e motivata nell’assunzione dei farmaci, a incrementare stili di vita regolari, e a trovare strategie più efficaci nell’affrontare le difficoltà quotidiane, come la gestione della rabbia o l’incremento delle abilità di comunicazione e sociali.